domenica 31 gennaio 2010

ArchiStruktur ArchiKANAL canaline per realizzare un piatto doccia


Inviato: Ven Gen 29 , 2010 12:17 Oggetto: ArchiStruktur ArchiKANAL CANALINE PER REALIZZARE UN PIATTO DOCCIA
ArchiStruktur ArchiKANAL

Canaline di scarico in acciaio inox, con spessore minimo di 8,5 centimetri di profondità per installazione a pavimento.

Adatta per la realizzazione di:

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VI RICORDIAMO CHE ArchiStruktur ArchiKANAL E' CARRABILE...

QUI CATALOGO E LISTINO



La canalina ArchiStruktur ArchiKANAL è certificata a norme EN274 – EN1253
È l’unica canalina ad avere la certificazione.

La canalina ha un ‘altezza totale a filo pavimento di mm.85 (versione bassa) e di mm.105 (versione standard certificata).
L’altezza delle altre canaline sul mercato è maggiore.

La canalina ha una pendenza interna che orienta l’acqua verso lo scarico..
Questo evita la creazione di ristagni maleodoranti nel bacino.

Le canaline sono modulari, pertanto è possibile montarle in sequenza, coprendo linearmente qualsiasi misura.
È l’unica canalina ad avere questa importante opzione.

La canaline sono soggette ad un processo galvanico particolare L’ELETTROLUCIDATURA, ne garantisce una resistenza eccezionale ad ambienti acidi o salini (test effettuato di 2000 ore in nebbia salina).
È l’unica canalina ad avere questa importante opzione sul mercato.

Sotto la canalina è possibile far passare tubazioni varie (riscaldamento a pavimento ecc.)
Senza condizionare l’altezza di ingombro.

Il sifone sulla canalina è premontato in fabbrica, per mezzo di un sistema di aggancio brevettato a tenuta stagna, garantita da 2 O-ring e con possibilità di orientamento a 360°.
Generalmente le altre canaline hanno un sifone fisso non orientabile o un sifone mobile non completamente ispezionabile.

Il sifone è completamente ispezionabile.
Togliendo il relativo imbuto, si può accedere liberamente allo scarico, per effettuare qualsiasi intervento di pulizia o di disotturazione.

Il sifone della canalina ArchiStruktur ArchiKANAL scarica 30 litri/min.

(la normativa ne prevede minimo 24 litri/min).


L’ELETTROLUCIDATURA

L’elettrolucidatura il trattamento “principe” tra i processi di finitura superficiale dei metalli.

L’elettrolucidatura è un processo galvanico che asporta selettivamente materiale dalla superficie del metallo (0,5/1 micron a seconda del tipo di superficie), mediante passaggio di corrente elettrica attraverso il pezzo da trattare che costituisce l’anodo nella cella elettrolitica.

L’elettrolita è costituito da una soluzione di acidi inorganici forti opportunamente inibiti.

Questo tipo di trattamento elettrochimico produce una progressiva riduzione del profilo di rugosità perché l’asportazione di materiale è maggiore nelle aree a più alta densità di corrente corrispondenti alle microbave. L’eliminazione di tali micropicchi migliora la finitura, rendendo la superficie lucida, liscia e pulita.

Le superfici dei metalli vengono inoltre totalmente passivate dopo elettrolucidatura grazie alla formazione di uno strato superficiale di ossido.


VANTAGGI DELL’ELETTROLUCIDATURA

L’elettrolucidatura produce una finitura di superficie che non può essere ottenuta da qualsiasi altra lavorazione perché conferisce ai metalli molteplici caratteristiche vantaggiose quali:

􏰀 Progressiva riduzione del profilo di rugosità con conseguente eliminazione delle bave microscopiche.
Il progressivo livellamento dei picchi di rugosità avviene in assenza di attacco intergranulare, in assenza di effetti termici, meccanici o chimici sulla superficie del metallo.
L’elettrolucidatura non provoca ad esempio microrotture che possono invece verificarsi con la lucidatura meccanica;

􏰀 Aumento della resistenza alla corrosione grazie alla formazione di un film sottile e uniforme di ossido di cromo sulla superficie degli acciai (testata 1500 ore in nebbia salina);

􏰀 Inattaccabilità da parte degli ossidi, del pezzo trattato anche in ambienti alcalini, salini e acidi;

􏰀 Asportazione di contaminazioni e/o microinclusioni dalla superficie che rendono Il metallo pulito e facilmente pulibile;

􏰀 Superfici a bassissimo attrito, esenti da tensioni e chimicamente passive;

􏰀 Igienicità delle superfici ed inibizione della moltiplicazione batterica che non trova annidamento su una superficie priva di irregolarità;

􏰀 Superfici lucide, riflettenti ed esteticamente gradevoli.


TUTTO RIGOROSAMENTE MADE IN ITALY




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sabato 9 gennaio 2010

Perchè devo fare la manutenzione della mia caldaia?

1 - Perchè devo fare la manutenzione della mia caldaia?

La manutenzione della caldaia è un obbligo di legge. E' un'operazione che:

- garantisce la sicurezza degli ambienti domestici
- favorisce un risparmio energetico ed economico
- riduce le emissioni inquinanti.



2 - Cosa significa certificare la manutenzione della caldaia?

Per certificare la manutenzione della caldaia basta comunicare al proprio Comune (se conta più di 40.000 abitanti) o alla Provincia che è stata eseguita la manutenzione e che è stato corrisposto il contributo dovuto per le ispezioni degli impianti termici.
(La normativa cambia da regione a regione, informatevi).



3 - La certificazione della caldaia ha una scadenza? Quanto dura?

La certificazione ha la durata di due stagioni termiche. L'inizio della stagione termica è previsto il 1 agosto di ogni anno e termina il 31 luglio dell'anno successivo. La validità della certificazione decorre sempre dal 1 agosto successivo alla data in cui è stata fatta la manutenzione.



4 - Chi esegue le operazioni necessarie a certificare la manutenzione della mia caldaia?

Se hai un impianto autonomo inferiore a 35 kW, il manutentore ha l'obbligo di registrare i dati della manutenzione nel Catasto Unico Regionale Impianti Termico. Questa operazione, seguita dalla consegna della documentazione cartacea al Comune o alla Provincia, costituisce la certificazione della manutenzione. Tu dovrai solo ricordarti di chiamare il tecnico per le revisioni programmate. Se il tuo impianto è condominiale, oltre al manutentore, anche l'amministratore del condominio può svolgere le operazioni per la certificazione della manutenzione.



5 - Ogni quanto tempo devo fare la manutenzione della mia caldaia?

Se hai un impianto autonomo inferiore a 35 kW a combustibile gassoso, (in Regione Lombardia ad esempio l'obbligo della manutenzione è previsto ogni due anni). Controlla bene i documenti che ti ha rilasciato l'installatore, il manutentore o il costruttore dell'apparecchio: ai fini della sicurezza potrebbe essere necessario fare la manutenzione prima di questo termine. Se invece il tuo è un impianto condominiale, la manutenzione è più frequente. Chiedi maggiori informazioni al manutentore o all'amministratore di condominio.



6 - Il manutentore mi ha chiesto di pagare il contributo per la certificazione. Perchè?

Il contributo per la certificazione è destinato all'Ente Locale competente e serve a sostenere il servizio di ispezione degli impianti termici previsto dalla legge. E' diverso dal contributo regionale, che viene invece impiegato per la gestione del CURIT - Catasto Unico Regionale Impianti Termico, importante strumento di sorveglianza di tutti gli impianti, che consente a Regione Lombardia e agli Enti Locali di individuare i più opportuni interventi per migliorare l'efficienza energetica.



7 - A quanto ammonta il contributo per la certificazione?

Per il contributo a favore degli Enti Locali ti invitiamo a contattare il tuo Comune (se conta più di 40.000 abitanti) o la Provincia.



8 - A quanto ammonta il contributo regionale?

Il contributo regionale per gli impianti inferiori a 35 kW è pari a euro 1,00. Per gli impianti superiori a 35 kW, l'importo da versare va da euro 1,50 fino ai euro 18,00 previsti per quelli più grandi.



9 - Il manutentore mi ha chiesto il codice fiscale. Perché?

In qualità di responsabile dell'impianto, hai accesso a molti servizi offerti dal portale: ad esempio, puoi visualizzare i dati della tua caldaia e ricevere un messaggio che ti ricorda quando devi rifare la manutenzione dell'impianto. O ancora, puoi verificare che il manutentore abbia inserito correttamente i dati del tuo impianto nel CURIT. Il codice fiscale del responsabile dell'impianto è fondamentale per consentirgli l'accesso a tutti i servizi del portale a lui riservati.



10 - Non riesco ad accedere ai dati del mio impianto. Perché?

Forse il manutentore non ha ancora registrato i dati relativi alla manutenzione del tuo impianto, oppure non li ha completati con il tuo codice fiscale. Ricordagli di farlo.



11 - Il manutentore mi ha chiesto i consumi del mio impianto e la volumetria della mia abitazione. Perché?

Questi dati sono fondamentali per gli enti di governo, nazionale e locale, per poter attuare una politica volta al miglioramento dell'efficienza energetica. Sulla base dei dati rilevati, inoltre, potranno essere decisi finanziamenti, incentivi e agevolazioni per i cittadini.



12 - Come faccio a recuperare i consumi del mio impianto?

E' buona regola fare la lettura del contatore ogni anno, prima di accendere e dopo aver spento il riscaldamento. Il libretto di impianto, che deve essere tenuto per legge, nell'ultima pagina ha una tabella dove poter annotare i valori rilevati.



13 - Ho uno scaldabagno/ho una stufa. Devo fare la manutenzione? Devo certificare la manutenzione?

Anche se non ci sono obblighi di legge, consigliamo per la propria e l'altrui sicurezza di sottoporre regolarmente tutti gli impianti a manutenzione. Per stufe e scaldabagni non occorre certificare la manutenzione.



14 - È obbligatorio rivolgersi a un tecnico manutentore certificato CURIT - Catasto Unico Regionale Impianti Termico?

È fondamentale che il manutentore sia in regola con le autorizzazioni e i requisiti previsti dalla legge. Un tecnico manutentore certificato si assicura che tutte le disposizioni amministrative previste dalla regione di appartenenza vengano rispettate.